martedì 23 luglio 2013

Le inchieste di HIBM - Il Kamasutra (seconda e ultima parte)

seconda e ultima parte della nostra inchiesta sul Kamasutra

 
La vita: istruzioni per l’uso
Come accennato poc’anzi, le tecniche erotiche propriamente dette vengono approfondite soltanto in uno delle sette parti costituenti il Kama Sutra: la seconda. Ai consigli erotici si aggiungono anche i suggerimenti sulla seduzione, passando in rassegna le varie fasi della conquista amorosa, in cui fascino immediato e persuasione arguita si mescolano a tal punto da non distinguere più il predatore dalla preda. Armonia, equità, e condivisione dei compiti valgono per i giochi della seduzione così come per la vita di coppia. Tutto si impara, anche l’arte della seduzione, che spesso è solo questione di pazienza, tatto e linguaggio: in poche parole, la persona dovrà dimostrare con abilità il forte desiderio che prova, e ispirare fiducia, poiché il partner si innamora facilmente di chi desidera e si concede a chi promette di occuparsi di lui. La conclusione logica dell’amore ricambiato è il matrimonio e, se quest’ultimo si fa con la piena libertà degli sposi e consapevolezza, si avrà un matrimonio di tipo superiore, diverso quindi da quelli generatori di conflitti.


Il futuro sposo deve giocare, lavorare, sposarsi e stare con i propri pari, non con genti superiori o inferiori e, se possibile, condividere gli stessi gusti. La sposa virtuosa deve agire secondo i desideri del marito, come se questi fosse un essere divino, e viceversa. Il marito, dal canto suo, ha il dovere di soddisfare la moglie, e pertanto indovinare i suoi desideri e dimostrarsi all’altezza del compito, compito temibile per i mariti poligami a capo di un intero harem, a volte costretti a ricorrere ad artifici, pozioni energetiche o materiali sostitutivi per accontentare il sacrosanto appetito delle signore di turno. Quelle signore che non sono indisposte gli fanno pervenire ogni giorno un flacone di profumo per proporre la propria candidatura; è con l’olfatto dunque che il signore del luogo sceglie le compagne per la notte: fulgido esempio di una civiltà raffinata, nella quale persino il più banale sorteggio si svolge con tutti i crismi della sensualità e della civiltà.


Il quadro di un’altra “arte di vivere”: l’Arte dell’Amore
Per l’uomo occidentale, impregnato o libero dai tabù della propria cultura, il Kama Sutra dipinge il quadro di una società che funziona secondo logiche completamente diverse: l’abilità a letto aumenta la buona reputazione; le cortigiane rappresentano il massimo della raffinatezza e del rispetto; l’adulterio cessa di esistere come peccato qualora motivato da ambizioni di carriera; la passione si spegne quando scompaiono i morsi segreti; i sintomi dell’amore sono considerati altrettanto seriamente delle malattie gravi; le mezze violenze carnali sfociano in matrimoni felici; gli eunuchi non sono altro che rappresentanti del sesso neutro (ma non neutrale…); l’omosessualità femminile è un buon terreno di formazione e qualsiasi donna può concedersi il piacere momentaneo di dominare l’amante facendo la parte dell’uomo. Da queste logiche, emerge una grande libertà che si pone come unico limite il rispetto del partner. Come ci sono delle regole, ci sono anche delle eccezioni. Per esempio «la pratica di Kama è vietata con donne appartenenti a caste più elevate o donne di cui altri hanno già goduto.» Questa è la regola. Ci sono poi occasioni “speciali” di ogni sorta che giustificano l’eccezione. Tuttavia, al di là d’ogni regola, si deve fare appello al buon senso. E il buon senso insegna che bisogna adattarsi alle circostanze e, in particolare, agli usi e ai costumi locali. Rispondendo a questa preoccupazione di tolleranza e di adattamento, il brahamano Vatsyayana cita, con rispettoso distacco, una serie di esempi di pratiche sessuali di vari popoli del territorio indiano, esempi che ancor oggi, in ciascun Paese del mondo, sono caratteristica sociale.


La sessualità riveste un ruolo primario nel Kama Sutra, ma mai nel senso di mero sfogo carnale, quanto piuttosto in quello di massima espressione dell’esperienza umana. Il nostro corpo, infatti, spesso ci rammenta che esso ha la stessa sacralità dello spirito, e la sessualità è degna del medesimo rispetto incondizionato che riserviamo alle esperienze spirituali. Altrettanto sbagliato è separare la sessualità dall’erotismo: senza di esso la fisicità non è che un guscio vuoto, privo di valore. Il vero kama, il vero godimento, è quello che si realizza attraverso i cinque sensi dell’udito, del tatto, della vista, del gusto e dell’olfatto, guidati dalla mente e dall’anima. Esiste miglior definizione dell’erotismo? L’Arte dell’Amore, dunque, perché la si possa definire tale, ha bisogno di crescere in un universo più ampio, che accolga tutte le espressioni della sensibilità umana. E se l’elenco che Vatsyayana fa delle discipline da coltivare (sessantaquattro), va ben oltre la musica, la letteratura, la poesia e la danza – arrivando a includere nozioni di architettura, la conoscenza delle pietre e dell’illusionismo, la capacità di comporre figure e forme con i chicchi di riso, ad esempio -, ciò ribadisce soltanto una fondamentale verità, che il sapiente propone quasi come un paradosso: i presupposti per una sessualità gioiosa e appagante risiedono al di fuori del sesso in sé, in una sfera che racchiude l’intera esperienza vitale di ciascun individuo. L’autore ama addentrarsi in elencazioni e suddivisioni: così, gli uomini vengono innanzitutto classificati in base alla lunghezza e alla forma del loro lingam (pene), e le donne in base alla profondità e ampiezza della loro yoni (vagina). Allo stesso modo, sempre sulla base delle dimensioni degli organi, sono possibili nove diverse combinazioni. Lo stesso amore per le classificazioni lo ritroviamo a proposito di baci, abbracci, carezze, pressioni sulle cosce e sul petto, morsi, graffi con le unghie, suoni da emettere durante l’amplesso, modalità di penetrazione, nonché le 64 posture amorose dettagliatamente descritte. Tutto questo lavoro dell’autore, non ci comunica freddezza né cinico distacco, nonostante il tono sia sempre pacato ed equilibrato, anzi. Noi sentiamo che si tratta di ben altro che la mera furia catalogatrice di un entomologo. Vatsyayana, infatti, si diverte a perlustrare in modo analitico tutte le infinite possibilità del corpo umano e tutte le infinite possibilità di appagamento dei sensi.



E nel farlo, ha sempre ben presente l’esigenza che a ogni tipo di uomo corrisponda il giusto tipo di donna, che a ogni gesto o atto ispirato dalla passione corrisponda, da parte dell’amante, la giusta risposta. Emerge così un’altra caratteristica fondamentale del Kama Sutra, quella che forse sintetizza meglio la sua modernità e attualità: l’Autore ribadisce l’assoluta parità tra uomini e donne in fatto di erotismo: «Se non vi è reciprocità, la donna si sentirà demoralizzata e considererà il suo amante alla stregua di un pezzo di marmo; e questo darà luogo ad una unione contrassegnata da profonda insoddisfazione.» Per lo stesso motivo, il saggio brahmano si oppone con fermezza a coloro i quali sostengono che alle donne debba essere proibita la lettura del Kama Sutra: «Se una donna resta separata dal marito e cade in miseria, non le sarà difficile mantenersi, anche in un paese straniero, con la conoscenza di queste arti. Il solo fatto di conoscerle dà attrattiva a una donna, sebbene la loro pratica sia possibile o meno soltanto a seconda delle circostanze.» Parità, dunque, pur nelle oggettive diversità esistenti tra i due sessi. E lo stesso Vatsyayana non si tira indietro quando si tratta di distinguere il piacere maschile da quello femminile: «L’orgasmo della donna avviene in modo diverso rispetto all’uomo. Mentre questi, con il semplice atto di accoppiarsi, riesce a soddisfare la sua eccitazione, la donna trae il suo piacere dalla consapevolezza del suo desiderio, e questo le dà un godimento che è totalmente diverso da quello maschile.» E infine conclude su questo punto: «L’uomo e la donna comuni non sono in grado di descrivere l’uno all’altra in cosa consiste il proprio piacere. Ma chi mette in pratica le 64 arti ottiene il suo scopo e gode i piaceri dell’amore con le persone più desiderabili.» E io non posso che concludere – e concordare - sullo stesso punto

fine


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