giovedì 28 marzo 2013

Escort - Storia e analisi di un fenomeno sociale
Quarta parte


Perché questa trasformazione?
Con i moti del ’68 ci si illudeva che l’emancipazione della donna potesse portare in dote la fine della prostituzione o, quanto meno, un pesantissimo ridimensionamento del fenomeno. Invece non è stato così, anzi, è stato proprio vero il contrario. D’altronde, più si cerca di vietare e di imbrigliare questa attività, più essa trova incredibili risorse non solo per slegarsi, ma addirittura per offrire un livello di risolutezza più alto. L’equazione “più emancipazione uguale meno prostituzione” si è dunque rivelata errata perché non si è capito che il fenomeno è individuale non collettivo, quindi regole e leggi non servono a nulla.


Qualcuno oggi afferma che la fine della prostituzione avverrà soltanto quando le pari opportunità tra uomo e donna saranno una conquista concreta e reale, quindi in una società mai esistita e ancora di là a venire.
Tuttavia non è vero che non sia mai esistita una società nella quale la donna avesse veramente pari opportunità con l’uomo. Ne è esistita una. Era quella di un certo periodo storico di Sparta. In quel periodo, la parola dell’ultima delle sguattere valeva quanto quella del re. A quel tempo, la gloria e la potenza di Sparta erano quasi all’apice della grandezza. Gli uomini di Sparta di quel tempo erano, e sono tutt’ora, considerati, come i più forti e i più capaci di tutti i tempi.
Non è quindi un caso che in una società formata da uomini così eroici si fosse sviluppata una classe di donne altrettanto forti e capaci. Se così non è più stato, evidentemente è perché uomini così forti e gloriosi, così veri, non sono più apparsi sulla Terra. O possiamo azzardare un motivo inverso, cioè che non essendo più nate donne così gloriose non siano più cresciuti tra i loro grembi uomini così potenti e immortali? Questa è una domanda cui è difficile trovare una risposta: ma ciascuno di noi, sono sicuro, in seno proprio, magari guardandosi allo specchio con una buona dose di autocritica, può maturare una risposta convincente. In ogni caso, che le pari opportunità possano realmente fornire un automatismo per escludere per sempre la prostituzione dalla società, rimane un azzardo. La domanda che probabilmente ci poniamo, a questo punto, è: “perché dunque questa trasformazione nel modus operandi delle prostitute?” In primis, le due caratteristiche principali della nostra società che la rendono diversa da qualsiasi altra società mai apparsa: il consumismo e il materialismo. Il consumismo è un motore che riesce facilmente a sganciare la sfera dei sentimenti da quello della libido, ovvero il cuore dal sesso. Perché il consumismo pretende poco tempo e tanto denaro, veleno per il cuore, miele per il sesso. Il materialismo è invece l’impedimento di qualsiasi sublimazione dell’Eros in Agapé (amore per il prossimo), la dissacralizzazione maxima del sesso come supporto ad una crescita spirituale.




Escort e cortigiane sono dunque il prodotto perfetto di questa tendenza della società. Effetto, non causa. Quindi sarebbe profondamente ingiusto demonizzarle. Anzi, come vedremo, assolvono con grande dignità al ruolo che l’altra grande fetta della società ha destinato loro. Tra l’altro, nelle società più avanzate della nostra, come ad esempio negli Stati Uniti, esistono delle cliniche del sesso a scopo terapeutico che assolvono l’importante compito di curare persone timide e chiuse o che non hanno ricevuto un’adeguata educazione sessuale dai genitori (sono tantissimi/e…) i quali hanno sviluppato nevrosi, patologie che provocano loro ansia, depressione, frustrazione, angoscia, panico, insicurezza e malattie psicosomatiche. Da noi in Italia, con l’eccezione di qualche raro psicoterapeuta capace di guarire attraverso terapie moderne, ovvero senza l’ausilio della prostituta, non ci sono altre vie che affidarsi ad una escort professionista.

continua...



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