lunedì 29 aprile 2013

Donne e gigolò: un tabù infranto?
terza parte



Approdiamo alla realtà di oggi
Durante le sudate ricerche, dove ho dovuto chiudere gli occhi diverse volte per restare fedele all’oggettività dell’Inchiesta, cercando di non mischiare le mie convinzioni personali, ho scoperto che oggi la prostituzione maschile è in forte crescita, e che esistono diverse tipologie professionali di gigolò; certo, i confini sono labili tra di esse, ma servono a chiarirne la natura vera, ovverossia trasformista, opportunista ed utilitaristica, dei gigolò.


Abbiamo, perciò:
l’autista accompagnatore il quale, appunto, per definizione accompagna con una automobile adatta, che può essere propria, presa a noleggio o prestata, la propria cliente;
l’accompagnatore turistico, ossia colui che accompagna la propria cliente in giro per città o paesi stranieri, facendole conoscere le bellezze del posto, raccontandone gli eventi storici e culturali più importanti e significativi e che, di sera si trasforma in un esperto gigolò per accompagnarla in posti romantici e incantevoli per farle assaporare l’arte culinaria e le attrazioni trendy del luogo. Il gigolò/accompagnatore turistico deve, naturalmente, avere ottime capacità relazionali, molta pazienza e cortesia, conoscere diverse lingue e conoscere tali luoghi. Il fenomeno dell’accompagnatore turistico è l’altra faccia della medaglia del turismo sessuale: tantissime donne si spostano in luoghi esotici (Cuba, Capo Verde, Jamaica, Thailandia, Brasile, Kenya, Santo Domingo, eccetera) per trovare un accompagnatore adatto o che magari già conoscono da viaggi precedenti o consigliatole da un’amica o via internet nei blog e forum dedicati a questo tipo di informazioni;
 l’accompagnatore gigolò, è il vero e proprio gigolò, quello che accompagna ad un ballo, ma anche ad una cena, per un week end, un viaggio lungo, una sorta di amico o fidanzato a breve termine il quale, offrendo compagnia, discrezione e amabilità, mette in risalto la persona che accompagna soddisfacendone anche i sogni (proibiti e non).

Sorge, però, adesso, una domanda spontanea: ma quali sono le reali motivazioni che spingono la donna di oggi a ricercare un gigolò?
Partiamo da dei dati nudi e crudi: secondo una recente indagine, le donne che cercano una relazione con gli uomini “di piacere” hanno tra i 30 e i 40 anni (il 38%) e tra i 40 e i 50 anni (il 25%); sono donne imprenditrici, manager, libere professioniste e qualche impiegata. Solo il 5% fa parte della classe casalinga. D’altronde, con i prezzi piuttosto salati dei loro tariffari, è difficile che una casalinga o una semplice impiegata possa far fronte alla spesa di un gigolò professionista.
I prezzi variano a seconda dell’uomo richiesto, del tempo richiesto e delle prestazioni richieste. In genere, vanno dai 200 euro per un’ora, ai 700 euro per un’intera giornata, sino ai 1.000 e più per un intero week-end, senza ovviamente considerare le spese di trasferta che devono essere pagate a parte.
Le donne, comunque, non si lasciano spaventare dai costi, anzi, sembrano amare sempre più la compagnia di questi abili ammaliatori, anche se sposate (21%) e con prole (solo il 27% sono divorziate).
Il motivo principale del ricorso al gigolò è la proporzione fra il successo lavorativo di una donna e la sua volontà di controllare la propria vita amorosa, perché la donna manager è una donna “arrabbiata”, che ha infranto un altro tabù, ma deve ancora combattere, farsi largo e dare un’immagine sicura di sé in un mondo fondamentalmente maschilista; e deve essere capace anche di “congelare” i propri istinti emotivi e materni.
Nonostante ciò, le donne che hanno fruito di un accompagnatore hanno ammesso di aver sentito la propria autostima diminuire e, proprio per questo - che fra l’altro è indice di un’identità storica molto diversa da quella maschile -, ricercano con i gigolò un rapporto umano, non solo sessuale.
Basti pensare che, prima dell’incontro, dichiarano che si vestono elegantemente, si truccano, perché il loro primo pensiero non è di dover pagare quell’uomo, ma di piacere a quell’uomo, in un certo senso di conquistarlo.
Sono davvero tante le donne che scelgono di frequentare un uomo a pagamento e i motivi reconditi sono di varia natura. Abbiamo la donna per cosi dire “debole”, che può essere una donna ancora innamorata dell’amore, un amore che non riceve più nelle dosi adatte, perché non riceve una carezza, una parola dolce, un regalo inaspettato in quanto l’uomo al suo fianco ha abbandonato le armi della seduzione oramai sicuro di avere la sua preda fra le mani, e allora questa donna ricerca un’amante; oppure abbiamo una donna stanca di accudire marito, prole e, spesso, anche genitori e suoceri, di vedere i suoi giorni sempre uguali scorrere su un calendario che potrebbe avere una sola pagina, allora ricerca la tresca fugace per assaporare il piacere della novità, della trasgressione alla consuetudine; abbiamo la donna ultra-cinquantenne che comincia a fare i conti con un corpo non più in perfetta forma, con le rughe e, soprattutto, con la menopausa, una donna sull’onda di una crisi di nervi che quindi ricerca un uomo che la faccia sentire ancora giovane e piacente, e di cui magari si innamorerà; abbiamo la donna insoddisfatta a letto, che magari lo è da anni ma non crede sia possibile lasciare l’uomo che ama solo per insoddisfazione sessuale, che allora ricerca un ragazzo che già solo fisicamente dichiara le sue ottime prestazioni.
C’è poi un altro contesto femminile, quello delle donne forti che si sono appropriate del proprio corpo, della propria sessualità, che non hanno tempo né voglia di una relazione stabile e duratura, che vogliono una rivincita su tutti i secoli in cui sono state considerate inappropriate a determinati ruoli, che sfruttano la propria posizione lavorativa come afrodisiaco per gli uomini ma senza nessuna voglia di accantonare la prima per i secondi, donne che hanno imparato a scindere l’amore dal sesso, donne che anziché concedersi ad un rapporto occasionale con un uomo che il giorno dopo andrà a vantarsi con gli amici e se ne fregherà di lei, mentre lei comincerà a sentirsi un po’ in colpa, sceglie di pagarne uno per comprare il suo orgoglio. Sostanzialmente, una donna non più preda ma cacciatrice, che con l’emancipazione ha imparato a emulare l’uomo anche nella sfera sessuale; allora queste donne ricercheranno un accompagnatore per cene e feste nell’alta società, un uomo che le faccia star bene nel momento in cui stanno insieme ma che non crei loro quel legame che porta seco problemi e impedimenti quali gelosie, convivenze, spiegazioni e quant’altro, un amore un po’ usa e getta, un compagno provvisorio e discreto che le faccia sentire al pari degli uomini.

continua...



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